La scuola italiana sta attraversando una crisi educativa profonda. Gli insegnanti oggi, si trovano di fronte a situazioni nuove da gestire nel gruppo classe come: conflitti, disagio sociale, bullismo. Lo sportello ascolto appare quindi, una necessità.
Guidato da psicologi e pedagogisti, rappresenta un punto di riferimento non solo per gli alunni, ma soprattutto per i docenti che trovano aiuto e imparano ad utilizzare strumenti adeguati per il benessere psicologico dei loro alunni.
La dottoressa Antonella Scutari, psicologa, psicoterapeuta presso il consultorio ed il servizio di riabilitazione della Asl Napoli2, da anni si occupa dei disturbi del neurosviluppo sia dei soggetti in eta’evolutiva sia dei giovani/adulti, ha competenza come psicologa scolastica e ci racconta la sua esperienza in questo campo.
Dottoressa Scutari perché ritiene che lo sportello ascolto sia necessario nelle scuole?
Lo sportello ascolto nelle scuole secondarie di primo e secondo grado, ha sempre trovato grande accoglienza da parte dei ragazzi che hanno individuato nello stesso, uno spazio fisico dove pensare, confrontarsi, essere accolti ed ascoltati in modo non giudicante. Gli esperti presenti all’interno dello sportello, sono professionisti che conoscono molto bene la complessità delle prime fasi adolescenziali e di quelle piene. Hanno una preparazione specifica in modo da mettere i ragazzi a proprio agio. Infatti, l’elemento chiave di questo servizio, è proprio la figura dello psicologo, estranea all’ambiente scolastico e quindi neutra.
Qual è l’obiettivo dello sportello?
L’obiettivo principale è quello di prevenire e di cogliere in tempo i campanelli di allarme. In questo modo si può favorire e accompagnare le persone in difficoltà verso una maggiore consapevolezza, verso una richiesta d’aiuto spesso celata.

Ci racconti la sua esperienza
Anni fa sono intervenuta presso una scuola della provincia di Napoli, per svolgere dei corsi sul bullismo. Questa scuola era stata definita problematica, sia a causa della forte dispersione scolastica sia per la tipologia di alunni appartenenti a famiglie multiproblematiche e socialmente svantaggiate. Inoltre, vi erano molti ragazzi che presentavano disturbi del comportamento esternalizzato che veniva rinforzato in modo negativo con atteggiamenti svalutanti e intolleranti dai loro docenti. In questa occasione rimasi colpita proprio dagli insegnanti, dal loro comportamento e da uno stile di insegnamento autoritario e poco disponibile all’ascolto. A quel punto, fu per me indispensabile trovare delle strategie adeguate per ristabilire un clima di serenità e consapevolezza tra tutti gli attori coinvolti soprattutto con i docenti. Nacque così l’idea di allargare il campo di intervento anche con gli insegnanti per aiutarli a modificare il loro approccio, orientandoli all’ascolto dell’altro. È stato difficile superare la diffidenza iniziale dei docenti, ma alla fine il lavoro svolto ha fatto emergere le ripercussioni relazionali ed emotive che i loro stili di insegnamento e i loro atteggiamenti in generale suscitavano all’interno del gruppo classe. Devo ammettere che è stata una bella soddisfazione per i risultati raggiunti.
Questo servizio è attivo in tutte le scuole?
Purtroppo la psicologa scolastica non ha ampia diffusione. Sono ancora poche le scuole che ritengono importante fornire questo servizio. Le difficoltà nella realizzazione sono di diversa natura: in primis l’aspetto economico, in secundis una sorta di preconcetto verso questa professione. L’intervento psicologico è uno strumento utile a favorire il raggiungimento degli obiettivi formativi attraverso la “promozione del benessere nel contesto scolastico”. Lo sportello, infatti, è uno spazio accogliente e flessibile dove gli studenti, docenti e genitori, possono esprimere le proprie difficoltà . Uno spazio di supporto e di scambio, di ascolto, accoglienza, di formazione e sostegno alla crescita.
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